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LA SOLITUDINE

Ho sempre pensato che crescendo certe scelte avrebbero rappresentato la routine ed invece ultimamente ho scoperto checosì non è. ho scelto di vivere sola a 18 anni e pensavo che dopo 13 anni mi ci sarei abituata ma sono mesi ormai che penso e ripenso e sono arrivata ad una conclusione:

Alla solitudine non ci si abitua mai. Anzi, più cerchi di combatterla, più lei ti attanaglia nella sua morsa.

La domenica per me rappresenta ormai il giorno della solitudine per eccellenza. La mattina mi sveglio con un senso di inquietudine perché so già che dovrò ripartire per roma dove mi aspetta la mia stanza vuota. Tutte le mie azioni durante quella lunga e interminabile giornata sono pervase da una sensazione di tristezza e abbandono. All’improvviso è come se sprofondassi in un buco nero dove c’è solo il vuoto. Non riesco a godermi niente perché mi sento limitata e non faccio altro che pensare al fatto che non vorrei ripartire. Il viaggio in treno si trasforma in un incubo, guardo dal finestrino e mi sembra  che ogni istante mi allontani dalla felicità, la mia dimensione spazio temporale cessa di esistere e mi sento come se fossi immersa in un mare infinito. Il ritorno dopo le ferie a roma ha accentuato ancora di più questo mio sentimento …..

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buone vacanze!

Allora finalmente sono arrivate anche per me le tanto desiderate ferie!

Roma in questo periodo è meravigliosa, le strade si svuotano, la gente spossata dal caldo fa tutto con calma , finalmente riesci a goderti una passeggiata senza lo stress acustivo e visivo.

il problema sta tutto nel caldo. E’ davvero troppo. sento la necessità di staccare, di vivere la “mia” sardegna, di godermi la vista del mare celeste e interminabile . allora auguro a tutti buone vacanze!!!!!!!!!!! ci si sente dopo il 20 .

ARRIVEDERCI

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Eh si… spesso la realtà supera davvero qualsiasi improbabile fantasia. Mentre leggevo varie notizie di vecchia data (2007) su internet, pensavo inizialmente di essermi imbattuta nella pubblicità di qualche nuovo “reality” o nell’idea di qualche non meglio precisato idiota e invece…

La proposta arriva da Gabriele Pauli, aspirante leader della Csu (partito cattolico d’Europa )

La signora, l’anno scorso, aveva ben pensato di proporre l’introduzione del matrimonio a scadenza: Che meraviglia!

Dal momento che l’affaticamento maggiore di una coppia pare arrivi dopo 7 anni (in Germania come in Italia), ecco la soluzione: al settimo anniversario, il matrimonio scade per legge; se i due vogliono rinnovarlo, liberi di farlo, altrimenti è automaticamente dissolto, senza costi e chiacchiere.

Chi se ne frega dell’ ”impegno” preso con se stessi e con il partner, della capacità di capire che amare non significa solo accettare il bello di una persona, ma anche cercare di capirne i lati meno facili.

Ma si ,molliamo tutto alla prima difficoltà, non cerchiamo di risolvere niente, tanto non paghiamo è questo l’importante no? Ridicolizziamo l’istituzione del matrimonio, priviamolo dal suo valore , diamogli una scadenza come al cibo.

Vogliamo insegnare ai nostri figli questo? Il papà e la mamma stanno insieme per 7 anni e poi vedremo se si amano ancora?

Non capisco neanche perché mi meraviglio, in un mondo come il nostro.

E meno male che la signora appartiene al partito cattolico.

Allora vorrei dedicare alla “signora questa poesia di Jacques Prévert e dirle che nessuna legge può stabilire o cancellare il valore di un sentimento unico che si chiama AMORE. figuriamoci dargli una scadenza

Questo amore

Così violento

Così fragile

Così tenero

Così disperato

Questo amore

Bello come il giorno

E cattivo come il tempo

Quando il tempo è cattivo

Questo amore così vero

Questo amore così bello

Così felice

Così gaio

E così beffardo

Tremante di paura come un bambino al buio

E così sicuro di sé

Come un uomo tranquillo nel cuore della notte

Questo amore che impauriva gli altri

Che li faceva parlare

Che li faceva impallidire

Questo amore spiato

Perché noi lo spiavamo

Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Questo amore tutto intero

Ancora così vivo

E tutto soleggiato

È tuo

È mio

È stato quel che è stato

Questa cosa sempre nuova

E che non è mai cambiata

Vera come una pianta

Tremante come un uccello

Calda e viva come l’estate

noi possiamo tutti e due

Andare e ritornare

Noi possiamo dimenticare

E quindi riaddormentarci

Risvegliarci soffrire invecchiare

Addormentarci ancora

Sognare la morte

Svegliarci sorridere e ridere

E ringiovanire

Il nostro amore è là

Testardo come un asino

Vivo come il desiderio

Crudele come la memoria

Sciocco come i rimpianti

Tenero come il ricordo

Freddo come il marmo

Bello come il giorno

Fragile come un bambino

Ci guarda sorridendo

E ci parla senza dir nulla

E io tremante l’ascolto

E grido

Grido per te

Grido per me

Ti supplico

Per te per me per tutti coloro che si amano

E che si sono amati

Sì io gli grido

Per te per me e per tutti gli altri

Che non conosco

Fermati là

Là dove sei

Là dove sei stato altre volte

Fermati

Non muoverti

Non andartene

Noi che siamo amati

Noi tu abbiamo dimenticato

Tu non dimenticarci

Non avevamo che te sulla terra

Non lasciarci diventare gelidi

Anche se molto lontano sempre

E non importa dove

Dacci un segno di vita

Molto più tardi ai margini di un bosco

Nella foresta della memoria

Alzati subito

Tendici la mano

E salvaci.

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il rispetto

il pericolo comincia con la mancanza di rispetto. ho sentito questa frase l’altra sera durante un programma televiso e proprio non riesco a togliermela dalla testa.il motivo è semplice:sono impaurita! non so se in un’ epoca come questa ha più senso parlare di rispetto … e allora penso che siamo tutti in pericolo. No, non è la solita generalizzazione , è qualcosa di più. la mia è una riflessione che nasce dall’osservazione di ciò che sta succedendo intorno a noi, dalla cronaca giornaliera ed estenuante di violenza, lesione dei diritti altrui privazione della libertà.

Oggi mi chiedevo: l’uomo, deve arrivare al fondo per poter risalire ? non so se è così ma è incredibile tutte le civiltà, dalle più antiche alle più moderne fanno un percorso di evoluzione che all’improvviso subisce una tragica battuta di arresto per poi cominciare la propria involuzione.

Pensateci , la cività è nata nell’oriente del mondo, lì hanno avuto origine la scrittura , la matematica, i commerci.

Eppure, ad un certo punto, le guerre e le violenze sono divenute tante e tali che proprio quell’area oggi vive momenti di drammatica vita quotidiana.

Anche per noi le cose non sono poi così diverse, ci professiamo portatori di civiltà e democrazia, crediamo spesso in una nostra presunta superiorità intellettuale , guardiamo con sospetto chi è diverso da noi ma poi a ben guardare la nostra vita che piega sta prendendo? Massacra di botte madre novantenne; Lavoratore indiano muore di fatica; Bossi, Inno di Mameli? Mai piaciuto;Giustizia: ‘lodo Alfano’ e’ legge ; SEDIA ELETTRICA AL LUNA PARK DI MILANO; Picchia la figlia per strada, bimba in coma; e tanto altro.

Ma siamo proprio sicuri che noi possiamo ancora parlare di civiltà e rispetto?

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