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la mia terra

Dal mio post precedente avrete capito che questo periodo per me non è affatto facile. saranno i 30 anni ma sono mesi che mi sento triste ed inquieta ed ho una voglia matta di trovare la mia strada. un percorso che mi faccia finalmente intravedere una meta e non mi lasci barcollante come sono ora. in ogni caso voglio riportare una canzone dedicata alla mia terra a cui fino a poco tempo fa non pensavo di essere legata ma che quando ho sentito sabato mi ha fatto piangere.
TERRA MIA
Cantu t’appo intesu mia
Cando in pitzinnia sa chiterra de cabitza e sos cantos de zizi e pazzola ascultaia.
Caantu t’appo intesu mia
Cando in logudoro
Dillos de su coro e ballos
Dae sa oghe de maria.
Cantu t’appo intesu mia
Cando idia in sa cavalcada in protzessione
Sos costumes des sos sardos, cun tiu barore
Sos caddittos de sa jara
Su turrone de tonara
Barone sa tirannia
Libera, sa zente tua
Est pigada m’est sa tudda
Cando Piero t’ha giamada: “ mere manna mere mea”.
Cantu t’appo intesu mia
Seculos de mamuthones, issoccadores
A mamoiada deo bi fia.
Cantu t’appo intesu mia
Suttas sos murales, cantos a tenores
In sa barbagia a murra bella giogan, sa luna cun su sole.
Cantu pane “carasau” e, fattu fattu “cannonau”
Dae su casu de su pastore, sas “seadas” lean colore
In su mare de muravera, sas launeddas sonan tottu umpare
in trallallera.
Terra mia (tue ses mia) festas de gallura,
Campidanu e baronia
Domo mia tue ses bia che un istella in custu chelu ….. Meravigliosa,
Coro: dilliridilliridì tu ses sa mia mia mia e bò
Sos caddittos de sa jara…..
Terra mia…..
Meravigiosa. Mama de s’isposa. Miraculosa

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buone vacanze!

Allora finalmente sono arrivate anche per me le tanto desiderate ferie!

Roma in questo periodo è meravigliosa, le strade si svuotano, la gente spossata dal caldo fa tutto con calma , finalmente riesci a goderti una passeggiata senza lo stress acustivo e visivo.

il problema sta tutto nel caldo. E’ davvero troppo. sento la necessità di staccare, di vivere la “mia” sardegna, di godermi la vista del mare celeste e interminabile . allora auguro a tutti buone vacanze!!!!!!!!!!! ci si sente dopo il 20 .

ARRIVEDERCI

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Io provengo dal mare . Credo che chiunque sia nato in un posto di mare non possa non averlo nel sangue.

E’ strano, in tanti anni che sono “fuori” da casa mia, non mi ero mai resa conto dell’effetto che questo elemento produce in me ma , quest’anno, a natale, è successo qualcosa.

Era un periodo particolare per me, avevo perso il lavoro ed ero sempre molto triste, mi sentivo come se una parte di me si fosse assopita e poi in un giorno qualunque sono andata con mia madre a comprare gli ultimi regali e l’ho visto: lui era lì , mi stava aspettando.

Era disteso nel suo meraviglioso colore azzurro insolitamente calmo nonstante fosse dicembre;ho sentito istintivamente e per la prima volta il legame che avevo con il mare, con la sua bellezza , ho capito che mi apparteneva come io appartengo a lui.

Da qui l’argomento del mio post di oggi da cui prendo spunto per una riflessione personale:

Estratto dell’articolo:

Da dieci anni, consultando archivi nazionali ed internazionali delle Marine Militari, l’ esploratore e documentarista calabrese Francesco Scavelli, sta ricostruendo la storia, le rotte, e le modalità di affondamento dei relitti custoditi nel mare della Calabria ma non solo.

La sua ricerca lo ha portato ad individuare navi da guerra spagnole, galeoni turchi e persino relitti della seconda guerra mondiale.

“La striscia d’acqua attorno alla Calabria, infatti, negli anni della seconda guerra mondiale si era trasformata in una rotta bellica. Per la precisione due, una verso i Balcani e l’altra verso l’Africa, entrambe passanti per lo stretto di Messina. In quella parte di mare si combatté la battaglia dei convogli che trasportavano spesso i rifornimenti alle truppe combattenti. Si tratta di navi inglesi, francesi, tedesche, italiane, greche e cipriote. Molte vennero colpite e scivolarono lentamente nei fondali. Al punto che una concentrazione così elevata di relitti bellici pare si trovi solo nelle acque che videro la battaglia di Pearl Harbour.”

Nell’intervista che gli è stata fatta il ricercatore parla di una vera e propria “passione” che lo spinge ad inabissarsi nei fondali marini alla ricerca di un qualcosa che ormai è sepellito sotto spugne e coralli.

La passione da questo è partito il mio pensiero.

L’articolo, infatti, oltre ad interessarmi da un punto di vista strettamente culturale mi ha fatto riflettere.

Mi sono resa conto che forse, un pò per pigrizia o un pò per la fretta con cui oggi facciamo tutto, io mi sto “dimenticando” delle mie passioni, di quella energia che mi faceva amare quello che studiavo e che mi faceva sperare un giorno di diventare una grande archeologa .

Ho capito che anche se poi così non è stato, non è giusto dimenticare tutto come avevo dimenticato il mio amore per il mare. ( anche se ormai sono sepelliti sotto spugne e coralli)

a presto

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Eh si… spesso la realtà supera davvero qualsiasi improbabile fantasia. Mentre leggevo varie notizie di vecchia data (2007) su internet, pensavo inizialmente di essermi imbattuta nella pubblicità di qualche nuovo “reality” o nell’idea di qualche non meglio precisato idiota e invece…

La proposta arriva da Gabriele Pauli, aspirante leader della Csu (partito cattolico d’Europa )

La signora, l’anno scorso, aveva ben pensato di proporre l’introduzione del matrimonio a scadenza: Che meraviglia!

Dal momento che l’affaticamento maggiore di una coppia pare arrivi dopo 7 anni (in Germania come in Italia), ecco la soluzione: al settimo anniversario, il matrimonio scade per legge; se i due vogliono rinnovarlo, liberi di farlo, altrimenti è automaticamente dissolto, senza costi e chiacchiere.

Chi se ne frega dell’ ”impegno” preso con se stessi e con il partner, della capacità di capire che amare non significa solo accettare il bello di una persona, ma anche cercare di capirne i lati meno facili.

Ma si ,molliamo tutto alla prima difficoltà, non cerchiamo di risolvere niente, tanto non paghiamo è questo l’importante no? Ridicolizziamo l’istituzione del matrimonio, priviamolo dal suo valore , diamogli una scadenza come al cibo.

Vogliamo insegnare ai nostri figli questo? Il papà e la mamma stanno insieme per 7 anni e poi vedremo se si amano ancora?

Non capisco neanche perché mi meraviglio, in un mondo come il nostro.

E meno male che la signora appartiene al partito cattolico.

Allora vorrei dedicare alla “signora questa poesia di Jacques Prévert e dirle che nessuna legge può stabilire o cancellare il valore di un sentimento unico che si chiama AMORE. figuriamoci dargli una scadenza

Questo amore

Così violento

Così fragile

Così tenero

Così disperato

Questo amore

Bello come il giorno

E cattivo come il tempo

Quando il tempo è cattivo

Questo amore così vero

Questo amore così bello

Così felice

Così gaio

E così beffardo

Tremante di paura come un bambino al buio

E così sicuro di sé

Come un uomo tranquillo nel cuore della notte

Questo amore che impauriva gli altri

Che li faceva parlare

Che li faceva impallidire

Questo amore spiato

Perché noi lo spiavamo

Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Questo amore tutto intero

Ancora così vivo

E tutto soleggiato

È tuo

È mio

È stato quel che è stato

Questa cosa sempre nuova

E che non è mai cambiata

Vera come una pianta

Tremante come un uccello

Calda e viva come l’estate

noi possiamo tutti e due

Andare e ritornare

Noi possiamo dimenticare

E quindi riaddormentarci

Risvegliarci soffrire invecchiare

Addormentarci ancora

Sognare la morte

Svegliarci sorridere e ridere

E ringiovanire

Il nostro amore è là

Testardo come un asino

Vivo come il desiderio

Crudele come la memoria

Sciocco come i rimpianti

Tenero come il ricordo

Freddo come il marmo

Bello come il giorno

Fragile come un bambino

Ci guarda sorridendo

E ci parla senza dir nulla

E io tremante l’ascolto

E grido

Grido per te

Grido per me

Ti supplico

Per te per me per tutti coloro che si amano

E che si sono amati

Sì io gli grido

Per te per me e per tutti gli altri

Che non conosco

Fermati là

Là dove sei

Là dove sei stato altre volte

Fermati

Non muoverti

Non andartene

Noi che siamo amati

Noi tu abbiamo dimenticato

Tu non dimenticarci

Non avevamo che te sulla terra

Non lasciarci diventare gelidi

Anche se molto lontano sempre

E non importa dove

Dacci un segno di vita

Molto più tardi ai margini di un bosco

Nella foresta della memoria

Alzati subito

Tendici la mano

E salvaci.

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E crescendo impari che la felicità non é quella delle grandi cose.
Non é quella che si insegue a vent’anni,
quando, come gladiatori si combatte il mondo per
uscirne vittoriosi…

La felicità non é quella che affannosamente si insegue
credendo che l’amore sia tutto o niente…
non é quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e
che esplodono fuori con
tuoni spettacolari…

la felicità non é quella di grattacieli da scalare,
di sfide da vincere mettendosi
continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità é fatta di cose piccole
ma preziose…

…e impari che il profumo del caffé al mattino
é un piccolo rituale di felicità,
che bastano le note di una canzone,

le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,

che bastano gli aromi di una cucina,

la poesia dei pittori della felicità,
che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una
felicità lieve.

E impari che la felicità é fatta di emozioni in punta di piedi,
di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,
che le stelle ti possono commuovere e il sole far
brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,
che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e
che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e
libera i pensieri.

E impari che l’amore é fatto di sensazioni delicate,
di piccole scintille allo stomaco,
di presenze vicine anche se lontane,
e impari che il tempo si dilata e che quei 5
minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,


e impari che basta chiudere gli occhi
, accendere i sensi,
sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un
libro o guardare una foto per annullare il tempo e
le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere
un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli
ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo é una deliziosa
felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano
delle persone che ami…
E impari che c’é felicità anche in quella urgenza
di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’é qualcosa di
amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’é nel cuore
un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa
la semplicità.

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il rispetto

il pericolo comincia con la mancanza di rispetto. ho sentito questa frase l’altra sera durante un programma televiso e proprio non riesco a togliermela dalla testa.il motivo è semplice:sono impaurita! non so se in un’ epoca come questa ha più senso parlare di rispetto … e allora penso che siamo tutti in pericolo. No, non è la solita generalizzazione , è qualcosa di più. la mia è una riflessione che nasce dall’osservazione di ciò che sta succedendo intorno a noi, dalla cronaca giornaliera ed estenuante di violenza, lesione dei diritti altrui privazione della libertà.

Oggi mi chiedevo: l’uomo, deve arrivare al fondo per poter risalire ? non so se è così ma è incredibile tutte le civiltà, dalle più antiche alle più moderne fanno un percorso di evoluzione che all’improvviso subisce una tragica battuta di arresto per poi cominciare la propria involuzione.

Pensateci , la cività è nata nell’oriente del mondo, lì hanno avuto origine la scrittura , la matematica, i commerci.

Eppure, ad un certo punto, le guerre e le violenze sono divenute tante e tali che proprio quell’area oggi vive momenti di drammatica vita quotidiana.

Anche per noi le cose non sono poi così diverse, ci professiamo portatori di civiltà e democrazia, crediamo spesso in una nostra presunta superiorità intellettuale , guardiamo con sospetto chi è diverso da noi ma poi a ben guardare la nostra vita che piega sta prendendo? Massacra di botte madre novantenne; Lavoratore indiano muore di fatica; Bossi, Inno di Mameli? Mai piaciuto;Giustizia: ‘lodo Alfano’ e’ legge ; SEDIA ELETTRICA AL LUNA PARK DI MILANO; Picchia la figlia per strada, bimba in coma; e tanto altro.

Ma siamo proprio sicuri che noi possiamo ancora parlare di civiltà e rispetto?

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